Il calcolo del food-cost nelle
aziende alberghiere
Il calcolo del food-cost nelle aziende alberghiere
L’analisi del food cost in un azienda
alberghiera che opera su diverse tipologie di mercato richiede determinati
passaggi al fine di avere una situazione dei dati dettagliata e precisa.
Innanzitutto si dovrà provvedere alla
costituzione fisica ed informatica di un magazzino delle derrate
alimentari, il quale attraverso un sistema di carico e prelevamenti gestirà le
risorse in entrata ed uscita, inoltre l’addetto preposto di tale reparto si
incaricherà di sviluppare il seguente documento di controllo il quale è una
diretta conseguenza contabile del suo operato.
Poniamo il caso di dover calcolare il food cost
di un azienda alberghiera di 4 stelle che offre i seguenti servizi, che ha una
struttura con 70 camere, 2 sale banchetti, 2 sala ristorante, 1 sala
congressi. Si disporrà in questo caso una tabella così strutturata.
Laddove non si voglia provvedere con un
programma informatico dedicato, si appronterà dunque una tabella di
windows-excel, dove si indicheranno le varie voci così come simulato nella
tabella:
-tabella riepilogativa mese -food-cost-
|
Tipologia
|
N° Pax
|
Ricavi fissi
|
Ricavi variabili
|
Rivavi tot.
|
Costi forfait.
|
Costi tot. Sett.
|
Costo pasto
|
%FC
|
A
|
Banchetti
|
260
|
|
|
26.000.000
|
|
6.500.000
|
25.000
|
25%
|
B
|
Banchetti affari
|
420
|
|
|
25.200.000
|
|
6.000.000
|
14.285
|
24%
|
C
|
Passanti Carta
|
300
|
|
|
30.000.000
|
|
9.000.000
|
30.000
|
30%
|
D
|
Pensionanti
|
1600
|
35000
|
|
56.000.000
|
|
13.215.000
|
8260
|
24%
|
E
|
Coffeè break
|
75
|
15000
|
|
1.125.000
|
2500
|
187.500
|
2.500
|
17%
|
F
|
Dati parziali
|
2655
|
|
|
137.950.000
|
|
34.902.500
|
13.145
|
24.5%
|
G
|
Personale
|
750
|
4.000
oppure
2.892.750
(dato acquisito)
|
|
2.625.000
|
4.000
|
2.625.000
|
4.000
|
|
H
|
Colazioni
|
1690
|
3.500
oppure
5.673.330
(dato acquisito)
|
|
5.915.000
|
3500
|
5.915.000
|
3.500
|
|
GR
|
Giacenza
di reparto
|
|
|
|
|
|
- 1.650.000
|
|
|
I
|
Dati
totali
|
5095
|
|
|
137.950.000
|
|
43.442.500
|
16.362
|
31.5%
|
Come si può vedere dalla tabella, si ha uno
specchietto dettagliato della situazione economica dell’impresa
ristorante/hotel. Per compilarla si parte dai dati più facilmente reperibili:
·
I costi totali (I) (registrazione bolle di
accompagnamento)
·
I ricavi totali (I) (dalla prima nota, registro di
cassa o di produzione)
·
I volumi per ogni fascia d’utenza.(A,B,C,D,E-G,H-)
·
I costi/ricavi delle tipologie A-B (tramite modulo)
·
I ricavi della tipologia C (tramite incasso – sconti )
·
I ricavi della tipologia E (tramite
modulo, buono o incasso)
Avendo questi dati iniziali, bisogna trovare i
dati di più difficile definizione, ossia
L’INCIDENZA
% e il COSTO in EURO dei clienti
Hotel, ossia: i costi di
settore “D”
Essa
è compilata seguendo questa procedura e cronologia:
1.
I primi dati da inserire sono quelli relativi al
servizio banchetti (A+B) con una procedura diretta approntata dai
capiservizio appena dopo l’evento (vedi paragrafo*)
2.
Il secondo dato sensibile sono i passanti, cioè il
costo di settore C : bisogna segnare tutti gli sconti o
le gratuità che possono avvenire nell’ambito della ristorazione pura e
decurtarli dai ricavi attraverso un buono “complimentary” che alla fine del
mese sarà conteggiato dal magazziniere + seguire il calcolo all’origine e
imputare i ricavi diretti nelle cella prevista. (vedi paragrafo**)
3.
I dati delle tipologie E, G, H, si inseriscono nelle
rispettive caselle e si ottengono in due modi:
1.
Calcolando un costo X pro capite, secondo il
proprio standard di offerta.
2.
Ottenendo il dato scientifico attraverso il calcolo dei
costi realmente sostenuti
·
Per ottenere il dato di costo E (vedi
paragrafo***)
4.
In ogni caso i dati di costo dei settori G + H sono al di fuori dell’incidenza della
percentuale di food-cost della cucina, in quanto costi aggiuntivi di gestione
dell’azienda e quindi non imputabili a nessun centro di costo di questa tabella
di controllo. Rimane a discrezione della proprietà voler conoscere i dati nel
dettaglio attraverso il lavoro di controllo del magazziniere o del F&B.
5.
Il costo di settore D,
lo si ottiene per esclusione dalla differenza dei valori:
(vedi paragrafo****)
·
“costi delle giacenze di reparto” (fresco, gelo
ed economato)= GR
(vedi “gestione del magazzino”)
·
“ costi di settore” (A+B+C+E)= CT
·
“costo di settore” = G (costo forfetario sul consumo di giorni campione)
·
“costo di settore”= H (costo forfetario sul consumo di giorni campione o scientifico)
le
altre tipologie si abbreviano così:
·
“costo di settore hotel”
(dato più incidente)= D
·
“costi totali del mese” = I (vedi capitolo “gestione del
magazzino”)
da qui si ottiene la formula:
I-GR-CT- (G+H) = D
Il costo di settore D
= costo pasto medio = CPM (se si desidera ottenere
un dato economico).
N° PAX
Utilizzando
i numeri dello tabella preso ad esempio, per avere “D” dovremo fare questo calcolo:
I = 45.092.500 – (6.500.000 +
6.000.000 + 9.000.000 + 187.500 + 5.915.000 + 2.625.000) = 13.215.000 cioè
costo del settore “D”
Costo
pasto D = 13.215.000
N°
pax D
1600 = £ 8260
Così
abbiamo anche il costo pasto unitario della tipologia “D”
Trovato
l’ultimo dato (D) ora la tabella è pronta per l’ultimo passaggio dal
quale si otterrà il calcolo aziendale del food-cost.
L’ultimo
raffronto che prevede la tabella è il costo parziale F con il dato GR, cioè deve essere depurato dalla
giacenza di reparto della cucina per poter diventare il dato puro che ci
interessa.
A questo punto si avrà configurato la
tabella così come si presenta nell’esempio con tutti i relativi costi pasto per
settore e le incidenze di costo per percentuale.
Attenzione:
il calcolo percentuale delle varie tipologie e soprattutto della tipologia “D”
va fatto dopo la completa compilazione della tabella, però è importante
sottolineare che il controllo del food cost si può gestire con excel in due
modi:
A.
dettagliato: impostando il file con delle tabelle giornaliere su fogli di
lavoro (dal 1° al 30° giorno) da registrare quotidianamente e che daranno
a chiusura mese un resoconto complessivo utilizzando i dati inseriti.
B.
forfetario: impostando un’unica tabella su file senza una logica temporale,
ma inserendo i dati implementando le stesse celle che daranno la definitiva
tabella alla fine del mese d’esercizio.
Ad ogni
modo sia nel caso A che nel B sarà necessario, una volta completate le tabelle,
scorporare dai costi totali I anche i valori G e H, considerandoli (vedi punto
4) come un costo di gestione dell’azienda e non un costo imputabile alla
prestazione professionale dei capiservizio.
Così
come a fine mese, dopo l’opportuno inventario di reparto, sarà necessario
quantificare ed inserire il dato GR che rappresenta il valore da
scorporare ai costi variabili.
Nota
bene: il suddetto
calcolo o gestione del food-cost non è uno strumento di controllo a finalità
finanziaria, per cui l’obiettivo di chi lo redige è in definitiva sapere il
costo del venduto imputato secondo le diverse tipologie di vendita o ricavo,
infatti la giacenza di magazzino è un costo fisso che l’azienda considera un
bene immobilizzato che rientrerà nel calcolo dei beni di bilancio patrimoniali
d’impresa.
Riepilogo:
I COSTI DELLE TIPOLOGIE “A+B”
Banchetti*
I
capiservizio compilano insieme un modulo
“vuoto” (modulo di acquisizione dati) che utilizzano dopo ogni banchetto (tutte
le tipologie) dove viene indicato il peso e il costo effettivi della merce
fresca utilizzata + il peso o il numero del materiale dell’economato utilizzato
+ il costo del beverage.
A fine banchetto di indicherà anche il numero
reale dei coperti erogati con il relativo incasso, di modo da stabilire
immediatamente il rapporto singolo di costo/ricavo per il suddetto banchetto.
A fine
mese il magazziniere o chi per esso raccoglierà tutti i moduli di ogni banchetto e utilizzerà i dati
di costo e di ricavo per compilare la tabella nel suo centro d’imputazione per
il calcolo del food-cost.
Dai
stessi moduli,
inoltre si potrà facilmente ottenere le medie percentuali sui volumi e sulla incidenza
totale.
I COSTI DELLA TIPOLOGIA “C”
Passanti
alla Carta**
Come accennato poc’anzi, in questo caso il
controllo è fatto all’origine, ossia una buona organizzazione, calcola il
food-cost di ogni piatto della carta del ristorante, dopodiché procede
all’assegnamento dei prezzi prima di rendere esecutiva tale carta.
Bisogna fare alcune considerazioni: il
management può operare diverse politiche di prezzo a prescindere dal parametro
costo–ricavo, dato che si tratta del miglior servizio dell’intera struttura,
potrebbe decidere per motivi di prestigio di inserire piatti come il caviale o
l’aragosta oppure offrire “stuzzichini e petit four” che è sicuramente un
costo che non produce un ricavo diretto.
Inoltre sarebbe controproducente vendere il
caviale con un margine consueto del 75%, infatti in questo caso l’indotto è
dato dal ritorno d’immagine che si ottiene e non dal ricavo.
All’inizio di questo paragrafo si è spiegato
come per certe tipologie di vendita sia auspicabile calcolare il costo diretto di
ogni piatto o di un servizio per evitare una difficile suddivisione e
contabilità degli acquisti da parte dello chef, però bisogna fare attenzione
alla variabilità di alcuni dati che potrebbero rendere inefficace tutta la
procedura.
Gli
Standard:
Risulta evidente che esistono alcune variabili
negative. Quando lo chef farà il calcolo preventivo del costo/piatto attraverso
la pesatura dei vari ingredienti, dovrà registrare tutte le grammature su
fiches tecniche apposite e garantire all’azienda il rispetto di tali porzioni
da tutti gli addetti della cucina. Altrimenti ci sarà un gap che inciderà sul
costo totale delle somministrazioni di difficile isolamento e correzione.
Questo sistema quindi è volto a rendere fluido
l’intero ciclo di controllo, a patto che si faccia un buon lavoro preventivo.
Esiste
però una altra variabile che rende tale operazione meno efficiente ed efficace
di quello che dovrebbe essere: I
prezzi.
Essi sono suscettibili di repentini cambiamenti
di mercato, specie per quanto riguarda i prodotti ittici e la verdura. Dunque i
nostri calcoli sul costo-piatto o sul costo-servizio diventano obsoleti.
In caso di aumento repentino e sostanzioso dei
valori di mercato, la migliore e più rapida soluzione è di calcolare la
percentuale di aumento e di applicarla all’intero costo, non potendo però
cambiare i prezzi della carta (per etica) o di un precedente preventivo
accordato con un committente, è necessario prevedere due effetti:
A) aumento della percentuale di
costo pasto per i “passanti”
B) aumento della percentuale media
totale dell’esercizio.
Questo è un inconveniente che può capitare se
il calcolo del F.C. e i ricarichi commerciali sui piatti della carta sono
applicati in modo scientifico. È quindi buona regola prevedere un margine per
eccesso dal prezzo di acquisto del prodotto rilevato in quel momento.
Un altro
dato sensibile che può ledere l’intero ciclo è: il materiale manufatto non venduto.acquisto>stoccaggio>giacenza>prelevamento>cottura>somministrazione>avanzi>recupero,
cioè mancato guadagno, generato dalla mancata
vendita nell’appropriata fascia di competenza.
Specialmente il materiale fresco di facile
deperibilità, dovrà essere acquistato e venduto al 100% con una politica di
acquisto snella e basata sui piccoli volumi e frequenti consegne.
Tornando alla procedura di compilazione della
tabella è quindi necessario per questo centro di costo fare il percorso inverso
e cioè:
dato (l’incasso di settore) : (n° pax di
settore) – (i buoni complimetary)= una cifra X.
La % prevista di food della cifra X – (la % di aumento dei
prezzi, se rilevata ) =
Costo
pasto di settore “C”
I COSTI DELLA
TIPOLOGIA “D”
Clienti
hotel, pensionanti****.
Abbiamo visto come i dati e i campi dei diversi
settori di somministrazione dell’azienda alberghiera abbiano diverse origini e
sistemi di acquisizione. Dalla procedura preliminare si è anche visto come si
arriva alla definizione del settore D e quanto sia articolato il suo percorso.
In pratica, dai costi totali ottenuti dal
controllo del magazzino e dai ricavi totali ottenuti da chi gestisce l’aspetto
contabile dell’azienda (o anche da chi gestisce le casse) si può arrivare per
esclusione al costo puro della somministrazione per i pasti dell’hotel e avere
dunque una situazione chiara e precisa dei costi pasto e delle incidenze
percentuali.
Non bisogna dimenticare però, che è necessario
fornire di svariati strumenti informatici o cartacei a coloro i quali devono
produrre i dati.
Il
maître e lo chef sono le persone fondamentali per il calcolo dei suddetti
strumenti di cost control, poiché nessuno meglio di loro ha la possibilità di
inserire dati e cifre per qualsiasi analisi statistica oltre che contabile.
Cosicché oltre alla compilazione dei moduli per la banchettistica, essi
dovranno essere equipaggiati di file o coupon per la rilevazione del costo
piatto (fiches tecnica), i file o coupon per la rilevazione dei volumi per i
vari settori di vendita o mercati, i file o coupon per la registrazione di
abbuoni, sconti o complimentary di rappresentanza.
I
COSTI DELLA TIPOLOGIA “E”
Coffe
break, brunch, piccoli eventi d’affari***.
In questo caso sarebbe opportuno creare uno
standard di prodotti e di servizio dal quale ricavare un costo pasto costante.
Considerando un consumo medio pro-capite di bevande, di piccola pasticceria
e pasticceria secca di ottiene un parametro comodo per calcolare in base ai
volumi il costo totale di tale fascia.
Sulla
nostra tabella avremo la colonna dei costi
a forfait dove trovano posto
queste tipologie di somministrazione con costi predefiniti.
Anche il costo delle colazioni e il costo del
personale rientrano in questa categoria, soprattutto per motivi pratici,
infatti ottenere il costo colazione giornaliero vorrebbe dire fare un
inventario di reparto al giorno. Per cui come già specificato, nel caso di una
struttura che ha un elevato standard di F&B per le colazioni, sarà
opportuno mettere a punto un file dedicato dove poter controllare i costi di
venduto e giacenza di cucina e magazzino.
LA CANTINA
Monitorare l’andamento economico della vendita
e della giacenza del vino è importante.
Però, nel controllo del food-cost non è
previsto farlo. Per logica e ordine amministrativo i costi e i ricavi di tale
vendita sono da mettere in chiaro solo nel budget economico d’esercizio della
ristorazione.
Non dimentichiamo che B.E.E. e il C.F.C. sono
due documenti e controlli di diversa natura e di diverso utilizzo.
Per cui i costi del beverage sono da
considerare in tutti i casi assieme ai costi del food nella compilazione dei
rapporti che verranno compilati dai caposervizi in occasione di banchetti e
cerimonie.
Per il
calcolo del beverage consumato dalla fascia d’utenza D (pensionanti hotel), non essendo tale
conteggio immediatamente disponibile bisognerà tenere conto delle bevande
consumate quotidianamente (dato presente nella main courante) e poi trarne un
dato medio e aggiungerlo al dato di ricavo previsto per tale fascia.
Ovviamente
si può ottenere un calcolo di venduto e della giacenza della cantina (come
spiegato nel doc. “gestione del magazzino/interazione con la sala”.)
laddove la proprietà lo consideri opportuno. Seguendo il concetto e la
procedura di calcolo dei direct cost si potrà ottenere una tabella con i vari
centri di costo e volendo di ricavo.
PARAMETRI GESTIONALI
Ognuna di queste fasce d’utenza avrà un
incidenza diversa per l’economia della struttura e soprattutto per garantirsi
la continuità, l’hotel dovrà soddisfare tutte queste tipologie dando una
parametro di costo pasto adeguato alle aspettative del cliente. In breve è la
proprietà che determina, attraverso la sua strategia, il parametro di
percentuale che vuole destinare per ogni fascia d’utenza.
A parte questa considerazione, la tendenza
delle varie percentuali risponde ad un dato medio complessivo che, se sarà soddisfacente,
nel computo del monitoraggio annuale lo si potrà adottare e tenere come target
fisso per l’esercizio commerciale dell’anno successivo.
Inoltre
è importante sottolineare il fatto che anche se il controllo di food-cost
operato nell’esempio sopracitato si attesta per il capiservizio al 26%, in
realtà l’azienda dovrà ancora sostenere i costi aggiuntivi di colazione** G e personale H le
quale non producono ricavi, e alzeranno la media di food-cost fino al 33% il
quale è un parametro accettabile per una realtà alberghiera con i requisiti
citati nell’esempio.
Ricordiamo
che come per gli altri documenti di gestione economica dei reparti, (gestione
stock bar, gestione direct cost, ecc.) anche in questo caso il suddetto
documento è un prodotto della gestione diretta di magazzino, infatti secondo
FBC l’addetto preposto allo sviluppo di tali documenti è il magazziniere o
economo il quale ha la responsabilità dei costi variabili dell’azienda e
dell’operato economico dei capiservizio che prelevano da “magazzino” .
La
sua funzione di controller termina rapportando tali calcoli consuntivi alla
direzione o ad altri organi di controllo superiori.
**in
realtà non è vero che il settore G non produce un ricavo: lo produce, ma per un
altro reparto commerciale dell’azienda, infatti in molte aziende alberghiere
proprio per non gravare di un solo costo il reparto di ristorazione,
considerano per il servizio di colazioni un ipotesi di ricavo non
considerandolo un servizio correlato alla vendita della camere e quindi un
costo delle camere, ma un ricavo della ristorazione. (ricorda: il budget è un
altro documento)
Nel calcolo del food cost, non interessa che il
costo di settore G “colazioni” sia considerato solo un costo, intanto la
questione finanziaria si equilibrerà in altri documenti appositi, in
questo documento specifico interessa soltanto trovare il dato puro per
calcolare le incidenze esatte e definire la prestazione gestionale ed economica
dello chef.
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