ORA IL GDO SCOMMETTE SULLA RISTORAZIONE FRESCA

Mangeremo al supermercato facendo la spesa


Sottotraccia o con sorprendenti colpi di scena come nel caso di Amazon Go (senza casse) e Coop (con schermi interattivi per la scelta dei prodotti) i supermercati stanno cambiando. Una tendenza che si sta vistosamente affermando è la moltiplicazione delle insegne interne dedicate alla ristorazione, cioè la PAUSA SNACK DURANTE LA SPESA ( 
Ora la gdo si mette ai fornelli

Superette con tavolini e sedie all’aperto, pollo arrosto o fish&chips al bancone con wi-fi mentre si controllano i social con accanto il carrello. La risposta della grande distribuzione al calo dei consumi è mettersi ai fornelli, moltiplicando le insegne interne dedicate alla ristorazione e i momenti di svago e acquisti, prima, durante o dopo la spesa dei clienti. A trainare il settore ci sono infatti i numeri i dati positivi all’interno delle grandi superfici: il mercato della pausa snack crescerà ancora del 4% fino al 2018 per vendite intorno ai 6,2 miliardi di euro.

In Italia Conad ha trasformato alcuni negozi «Sapori e dintorni» con angoli per consumare le specialità regionali sul momento, e lo stesso fa Carrefour con gli in-store restaurant anche a marchio Terre d’Italia, mentre da Simply-city (insegna di prossimità di Simply/Auchan) sono comparse preventivamente banconi e sedie alte all’ingresso di alcuni dei supermercati cittadini per consumare ciò che si compra al banco dei freschi. 
Intanto per vedere il fenomeno in tutta la sua grandezza fa scuola il modello francese, un paese dove non c’è insegna (anche di piccole dimensioni) che non si stia inventando un format dedicato alla pausa caffè, al pasto in ufficio e alla cena a domicilio. 

Casino Restauration, da 67 anni costola gourmet del colosso della gdo transalpina, conta già su 6 insegne controllate direttamente e presenti sia all’interno dei suoi supermercati che in maniera autonoma nei centri commerciali e ha sempre nuovi format allo studio.  
A parte Casino Cafétéria, il self service attivo da 40 anni, c’è R2C (Restauration Collective Casino), «A La Bonne Heure» (il logo è una zuppa bollente) e poi Coeur de Blé (un panificio-ristorante ultra moderno, nella foto), l’insegna Le Comptoirs Casino Restaurants e café e St.Once per i piatti pronti di rosticceria. Ma ora all’interno delle grandi superfici Géant Casino si fa strada «Restau des Halles», un fast food al centro del supermercato comparso a Parigi e nel 10% dei suoi iper, dove pizza, hamburger e fish&chips sono preparati al momento. E ci sono anche progetti di «regionalizzare» i menù.
Da Franprix (gruppo Carrefour) prevale il modello casual: nei concept Mandarine, sviluppati in 450 dei suoi negozi di prossimità si riscaldano i cibi al microonde, si mangia in piedi o seduti a seconda della disponibilità nelle «terrace», il luogo che chiamiamo «dehor» in Italia, con le sedie da bistrot rosse sul marciapiede e una tenda arancione a fare da cornice.
Concept simili si trovano anche in alcuni Carrefour City e Contact ma soprattutto c’è il modello veloce di «Bon app», un negozio che vende solo insalate e panini confezionati, bevande e dolci. 
Il test iniziato nel 2015 si è però fermato a due negozi. Ben lontano dallo stesso esperimento effettuato da Monoprix. L’insegna del gruppo Casino ha già 25 Monop’Daily. Intanto il colore magenta del Bon app di Carrefour ha contagiato il servizio delle consegne a domicilio anche in Italia, dopo la gdo vuole battere con le sue tariffe e i servizi i vari protagonisti del settore come Foodora e Deliveroo.
Carrefour, che ha coumunque già lavorato sul modello ristorazione con Terre d’Italia nel Belpaese, ha portato la ristorazione in alcuni super in Belgio e ora in Francia: i clienti possono pranzare in store, o portare a casa e in ufficio piatti pronti, pizza, o panini cucinati all’interno del grande magazzino.

Il fenomeno è in tale crescita in Francia che anche un protagonista del food su strada come Picard, non considerato esattamente il modello di luogo accogliente (vende solo cibi e dolci surgelati) ha lanciato un primo test di ristorazione a Parigi, ai confini di St Germain (Rue Vaugirard). E lo scorso 12 dicembre ha aperto un altro «Le snack bar Picard), sempre con i due angoli caldo-freddo muniti di microonde e tutto il necessario per gustare i cibi sul posto o camminando. Nell’arredamento è comparso il legno alle pareti e all’esterno dei negozi. I frigo hanno un’aria meno siderale (sono tutti neri con l’insegna «Le Snack bar»). L’obiettivo del gruppo? Creare degli spazi dove consumare e, perché no, testare le nuove formule proposte dal brand. 

Il mercato, si diceva, è in crescita. Tutto quanto è snack o prêt-à-emporter (i cibi cucinati da asporto) guadagna spazio al super grazie alle previsioni di spesa. Dopo un picco dei consumi nel 2014 con un +6,4% e un più scarno +3% nel 2016 per lo «snacking» si stima una nuova crescita del 4% a tutto il 2018.)

Per rispondere al calo dei consumi i supermercati ci chiedono di dedicare più tempo alla spesa, non solo garantendo maggiore informazione sui prodotti in vendita, ma aumentando anche l’intrattenimento.
Magari offrendo il wi-fi gratuito, oppure invitandoci a socializzare senza resistere troppo agli improvvisi attacchi di fame.
Una tendenza che cresce a ritmo sostenuto: nel 2016 gli angoli per il consumo di snack spezzafame o piccoli pasti sono aumentati del 4%, con una previsione di incremento degli utili fino a 6,2 miliardi di euro.
Mentre finora in Italia l’abitudine stentava a decollare all’estero è diffusa da tempo, basti pensare ai mall, i giganteschi centri commerciali anglosassoni dove fast food e ristorantini trattengono per ore i clienti dei supermercati.
In Italia sono soprattutto le insegne principali a rincorrere la novità. Si è partiti con l’installazione di sgabelli alti e banconi per il consumo dei prodotti comprati al banco dei freschi. Come succede da Simply-City, insegna del gruppo Auchan.
Conad, all’interno dei punti vendita ‘Sapori&Dintorni’, ha predisposto angoli ristoro per consumare le specialità regionali vendute nei supermercati. Piatti e piattini vengono cucinati in laboratori predisposti all’interno del punto vendita e spesso consegnati ai clienti con tanto di posate e bicchieri, pronti dunque a essere consumati sul posto.
Carrefour si muove sulla stessa lunghezza d’onda aumentando gli “in-store restaurant” a marchio ‘Terre d’Italia’, la linea specializzata nei prodotti regionali. A questo Carrefour unisce un servizio di consegna a domicilio che, curiosamente, mette la catena francese in competizione con food delivery come Foodora e Deliveroo.
Ripensandoci, più che ai mall anglosassoni, i supermercati italiani sembrano ispirarsi al modello francese. Quello per esempio di Casino Restauration, la prima insegna della Grande Distribuzione transalpina ad aprire piccoli ristoranti all’interno dei punti vendita.
Se l’ipotesi è corretta abituiamoci all’idea di trovare nei supermercati anche dei fast food, come avviene nei grandi magazzini Geant Casino, dov’è possibile consumare pizza, hamburger, fish&chips, e il menu è suddiviso per regioni.
Infine Franprix, del gruppo Carrefour, promuove da molti anni il consumo di prodotti appena comprati mettendo a disposizione dei clienti sgabelli, banconi, distributori e piccole caffetterie per prendere un caffè o una bevanda calda.

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