L'asterisco va messo sempre, anche nei take & way e nei self service
"L'asterisco nel menù va messo (sempre) sulle cruditè di pesce" è l'obbligo di riportare nel menù l'indicazione dello stato di "scongelato" del pesce crudo servito al ristorante sebbene sia stato sottoposto ad un preventivo processo di congelamento obbligatorio per legge ai fini della prevenzione delle parassitosi ittiche ribadito con chiarezza nella Sentenza di Cassazione n. 56105 del 13/12/2018.
Qualche lettore lamentò allora come fosse difficile contestare una sifatta mancanza nei confronti dei ristorsanti a self service, e asiatici in particolare, nei quali, a fronte di una massiccia offerta di pietanze crude e cotte, è finanche difficile reperirlo il menù.
Ebbene, puntuale è giunta una nuova sentenza della massima Corte (Penale Sent. Sez. 3 Num. 13726 Anno 2019 ) che conferma la sentenza del 3 marzo 2017 della Corte di appello di Perugia che, in riforma della pronuncia di primo grado e in accoglimento dell'appello proposto dal P.M., condannava alla pena di mesi 2 di reclusione ed euro 80 di multa ciascuno, due ristoratori cinesi, disponendo altresì la pubblicazione della sentenza sul sito internet del Ministero della Giustizia per la durata di giorni 15, per il reato di cui agli art. 110, 56 e 515 cod. pen., a loro contestato per avere compiuto in concorso fra loro, quali legali rappresentati del Ristorante Self Service "La Piramide-Ginza S.r.l.", sito in Terni alla via Narni 80/h, nell'esercizio della predetta attività commerciale, atti idonei, rappresentati dal non aver comunicato alla clientela, mediante indicazione sul menù, la somministrazione di pesce decongelato/surgelato, diretti in modo non equivoco a vendere al pubblico questo cibo come pesce fresco...
La Corte, nelle motivazioni di condanna, riferisce che:
… il nucleo essenziale della condotta contestata risiede non nella mancata specificazione nel menù che i prodotti erano freschi, ma piuttosto nella circostanza che in tale menù non era stato chiarito che alcuni alimenti posti in vendita erano congelati, sebbene si trattasse in realtà di prodotti non freschi. Proprio tale circostanza fattuale, peraltro, è stata correttamente valorizzata dalla Corte di appello ai fini della valutazione sulla sussistenza del reato contestato, posto che il più recente orientamento della giurisprudenza di legittimità è, in maniera condivisibile, nel senso che la detenzione all'interno di un esercizio commerciale di alimenti congelati o surgelati, senza che nel menù siano indicate queste qualità, integra il reato di tentativo di frode in commercio, poiché tale comportamento dimostra univocamente la volontà dell'esercente di consegnare ai clienti una cosa diversa da quella pattuita, e ciò indipendentemente dall'inizio di una concreta contrattazione con il singolo avventore…
Si conferma solennemente dunque quanto più volte ribadito: che si tratti di una sagra di paese, di un ristorante stellato o di una mensa aziendale, è sempre necessario che l'Operatore del settore alimentare fornisca ai clienti una chiara indicazione delle materie prime e degli ingredienti impiegati nella preparazione delle pietanze, nonché l'indicazione del loro stato di conservazione in origine, se fresco, congelato o surgelato.
Le conseguenze dell'omessa o incompleta informazione può essere una condanna penale, sia che il reo si chiami Antonino, sia che si chiami Liuyun o Yongguo.
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