ORMONI ED ANTIBIOTICI NELLA CARNE: ECCO LA VERITÀ
ORMONI ED ANTIBIOTICI NELLA CARNE: ECCO LA VERITÀ
Si sente spesso dire che la carne che mangiamo sia piena di ormoni e antibiotici. Le tv ed i giornali hanno aiutato a diffondere forse questa credenza. Come sai bene vengo da una generazione di macellai e sono il direttore didattico dell’Accademia Macelleria Italiana.
Da esperto del settore, ho ritenuto doveroso trattare l’argomento sul questo blog, prendendo spunto da una fonte decisamente autorevole nel settore: la Dott.ssa Susanna Bramante, di carni sostenibili.
Sfatiamo quindi alcuni “falsi miti” ed alcune dicerie che circolano sul soggetto, mettendo “i puntini sulle i”. Andrò quindi a chiarire una volta per tutte come non sia affatto vero che la carne che mangiamo non sia di buona qualità (specialmente in Italia).
PERCHÉ GLI ANIMALI SONO PIÙ GROSSI E CRESCONO PIÙ VELOCEMENTE RISPETTO AL PASSATO?
La crescita rapida degli animali non è dovuta alla somministrazione di ormoni che aumentano la massa muscolare, come qualcuno crede. Infatti, in Europa è vietato somministrare ormoni agli animali fin dal 1981!
La velocizzazione della crescita delle bestie, così come l’aumento della loro stazza rispetto al passato, è invece dovuta alla selezione genetica e all’incrocio con razze ad accrescimento veloce. Questo permette oggi di ottenere molta carne pronta in pochi mesi.
Utilizzare ormoni inoltre non sarebbe neanche economicamente vantaggioso, dato che comunque hanno un costo elevato. É quindi grazie alla ricerca ed alla selezione genetica delle razze, (che avviene da secoli in agricoltura) che è stato possibile migliorare le performance di crescita degli animali. Pensiamo ad esempio al pollo, che oggi cresce non in modo abnorme come qualcuno pensa, ma in maniera totalmente conforme al proprio patrimonio genetico.
L’OBIETTIVO DELLA RICERCA NEL SETTORE ZOOTECNICO
La ricerca ha come obiettivo di selezionare le razze più forti e far si che convertano in maniera ottimale gli alimenti che mangiano. Inoltre, si lavora duramente per far si che gli animali crescano più sani e si ammalino meno. Perchè? Perchè evitare di somministrare costosi medicinali agli animali è nell’interesse (anche economico) dell’allevatore.
Diventa quindi fondamentale per gli allevatori di cercare di assicurare il massimo benessere degli animali allevati! In fondo, gli animali allevati in condizioni ottimali, garantiscono rese migliori e costi più contenuti.
VENGONO SOMMINISTRATI AGLI ANIMALI GLI ANTIBIOTICI A SCOPO PREVENTIVO?
Anche questa è una bufala! L’utilizzo degli antibiotici a scopo preventivo è vietato in Europa dal 2006.Ovviamente può capitare che si faccia ricorso all’uso di farmaci per gestire magari una patologia che affligge gli animali. Infatti, proprio come le persone, anche gli animali si ammalano e vanno curati. Solo quando stanno effettivamente male, gli vengono somministrati antibiotici. Inoltre, la somministrazione può essere prescritta solo da parte di un veterinario.
Le dosi, i tempi di somministrazione e i tempi di sospensione dei farmaci, sono studiati in modo da non avere residui significativi nelle carni. Da tenere a mente che gli antibiotici vengono metabolizzati nel fegato: quindi l’organo che può essere più a rischio per la presenza di residui è questo. Sottolineo quindi di nuovo come il rischio di trovare tracce di antibiotici nella carne sia davvero minimo.
Da sottolineare poi che i rischi che rimanga qualche molecola di farmaco, sono davvero minimi, grazie ai “tempi di sospensione”. La sospensione è un periodo di tempo che deve passare da quando l’animale assume un farmaco, a quando viene macellato. La molecola del farmaco viene quindi smaltitaprima che l’animale venga macellato.
Capite quindi che la possibilità di ingerire molecole di farmaci o antibiotici nella carne è davvero bassa. Questo sia perchè i farmaci vengono dati raramente agli animali, secondo perchè i farmaci vengono smaltiti prima di macellarli.
LA DIFFERENZA TRA L’ITALIA E GLI STATI UNITI
In Italia, a differenza di altri continenti o di nazioni come gli Stati Uniti, in cui alcuni farmaci ed ormoni sono invece consentiti, vige la tolleranza zero. Inoltre, qui deve essere garantito il controllo di tutti gli aspetti e di tutte le fasi di produzione della carne.
Dai mangimi all’allevamento, dal trasporto alla macellazione e alle lavorazioni successive, fino alla distribuzione e alla vendita. Deve sempre essere assicurato il rispetto delle norme igieniche e di salubrità dei prodotti immessi sul mercato. Questo rende le catene di produzione avicola e bovina italiane, le più controllate al mondo.
Per questo, il modello europeo (che è quello con le normative più rigorose ed evolute in termini di sicurezza alimentare e benessere animale), dovrebbe essere difeso ed esportato anche fuori dai nostri confini. Dovremmo infatti tutelare e promuovere modelli produttivi autosufficienti e virtuosi come quello italiano, anziché auspicarne il declino!
CONCLUSIONI
Pur non usando ormoni da ben 36 anni, gli allevatori italiani subiscono continui attacchi e critiche a causa di informazioni false e convinzioni errate. L’impiego di queste sostanze, peraltro, oltre ad essere vietato dalle normative sarebbe inutile, se non addirittura controproducente. Inoltre, l’idea di trovare tracce di ormoni, farmaci ed antibiotici nella carne è davvero forzata.
Quello che è vero è che in paesi come Usa e Canada, la somministrazione di sostanze per stimolare la crescita degli animali è tuttora consentita. Ma è per questo che, già dal 1988, l’Europa ha deciso di vietare l’importazione dal Nord America di carni bovine trattate con ormoni della crescita.
Secondo la campagna informativa internazionale #TruthAboutFood, “non si usano ormoni nella produzione di bestiame in Europa, eppure il 73% dei consumatori ritiene di sì”. Questo è frutto di anni di disinformazione, a cui bisogna replicare con informazioni vere basate su solidi dati scientifici. Perché le mode mediatiche e alimentari passano, ma i fatti restano
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