DAI CAMPI ALLE CUCINE.
DAI CAMPI ALLE CUCINE
Agroalimentare e ristorazione, una “filiera” che vale 330 miliardi di euro in Italia
Al ristorante si cambia, anche in Italia: sempre più piatto unico con contaminazioni straniere
La cucina italiana, dalle trattorie ai ristoranti stellai, è sempre più capace di valorizzare al massimo i prodotti di qualità, e tipici, dell’agricoltura del Belpaese. Un connubio, quello tra agroalimentare e ristorazione, fondamentale dal punto di vista culturale e sociale, perchè contribuisce a tenere in vita tradizioni, saperi e territori, ma anche economico.
Tanto che, secondo un recente studio della Camera di Commercio di Milano, agroalimentare e ristorazione valgono, a livello italiano, la cifra monstre di 330 miliardi di euro. Con un impatto occupazionale decisamente importante, visto che, secondo i dati, complessivamente le due filiere danno lavoro a 3,4 milioni di persone (2 nella produzione di cibo, 1,4 nella ristorazione).
Con la capitale lombarda che, in termini di valore, ha una posizione di leadership, con ben 49 miliardi di euro, frutto anche della crescita esponenziale della ristorazione di Milano, storicamente già capitale economica del Paese, che ha ricevuto un impulso fondamentale da Expo 2015.
Una filiera florida, dunque, quella che dai campi porta alla tavola dei ristoranti, anche se con dinamiche diverse. Se si guarda al numero delle imprese agricole, infatti, nelle principali città, questo è in calo di qualche punto percentuale negli ultimi 5 anni, da Napoli (n. 1, con 30.683 imprese) a Foggia (28.806), da Salerno (24.626) a Cuneo (22.228), con l’unica eccezione in crescita, tra le prime cinque, di Roma, al terzo posto assoluto (28.427 imprese agricole), in crescita del 5,3%. Tutt’altro trend, invece, per le imprese della ristorazione, che nelle principali sono cresciute a doppia cifra, per numero, nell’ultimo lustro. Al n. 1 assoluto c’è Roma, con 28.510 imprese di ristorazione al 2018 (+13,6% negli ultimi 5 anni), davanti a Milano (18.250, +13,3%), e Napoli (16.617, +14,3%)
Tanto che, secondo un recente studio della Camera di Commercio di Milano, agroalimentare e ristorazione valgono, a livello italiano, la cifra monstre di 330 miliardi di euro. Con un impatto occupazionale decisamente importante, visto che, secondo i dati, complessivamente le due filiere danno lavoro a 3,4 milioni di persone (2 nella produzione di cibo, 1,4 nella ristorazione).
Con la capitale lombarda che, in termini di valore, ha una posizione di leadership, con ben 49 miliardi di euro, frutto anche della crescita esponenziale della ristorazione di Milano, storicamente già capitale economica del Paese, che ha ricevuto un impulso fondamentale da Expo 2015.
Una filiera florida, dunque, quella che dai campi porta alla tavola dei ristoranti, anche se con dinamiche diverse. Se si guarda al numero delle imprese agricole, infatti, nelle principali città, questo è in calo di qualche punto percentuale negli ultimi 5 anni, da Napoli (n. 1, con 30.683 imprese) a Foggia (28.806), da Salerno (24.626) a Cuneo (22.228), con l’unica eccezione in crescita, tra le prime cinque, di Roma, al terzo posto assoluto (28.427 imprese agricole), in crescita del 5,3%. Tutt’altro trend, invece, per le imprese della ristorazione, che nelle principali sono cresciute a doppia cifra, per numero, nell’ultimo lustro. Al n. 1 assoluto c’è Roma, con 28.510 imprese di ristorazione al 2018 (+13,6% negli ultimi 5 anni), davanti a Milano (18.250, +13,3%), e Napoli (16.617, +14,3%)
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