LE SPEZIE

Spezie, che cosa sono
Con questo termine si indicano genericamente sostanze aromatiche di origine vegetale (ad esempio dragoncello, timo, melissa, ginepro, maggiorana, zafferano) che vengono usate per aromatizzare e insaporire cibi e bevande, e, specialmente in passato, usate anche in medicina e in farmacia. La parola è «spezie»anche al singolare (deriva da specie), ma nell’uso familiare è diffusa anche la forma «spezia».
Molte di queste sostanze hanno anche altri usi, ad esempio per la preservazione del cibo, cosmesi o profumeria. Ad esempio, la curcuma è usata anche nell’ayurveda, la liquirizia ha proprietà officinali, l’aglio viene usato come vegetale nella cucina.
Il valore nutrizionale delle piante aromatiche e delle spezie è in sé piuttosto scarso, ma si tratta d’ingredienti molto importanti perché variano l’appetibilità dei cibi e permettono sostituzioni salutisticamente significative, come per esempio le erbe piccanti in alternativa al sale.
Le principali erbe aromatiche e spezie (se ne contano circa 200) sono:
- Alloro
- Aloe
- Anice
- Assenzio
- Basilico
- Borragine
- Cannella
- Cappero
- Cardamomo
- Cerfoglio
- China
- Chiodi di garofano
- Coriandolo
- Cumino
- Curcuma
- Curry
- Dragoncello
- Erba cipollina
- Garam Masala
- Ginepro
- Liquirizia
- Maggiorana
- Malva
- Melissa
- Menta
- Mirto
- Noce moscata
- Origano
- Ortica
- Paprika
- Pepe
- Pepe di Cayenna
- Peperoncino
- Pesteda
- Pimento
- Pinolo
- Rosmarino
- Salvia
- Santoreggia
- Semi di finocchio
- Semi di papavero
- Senape
- Sesamo
- Tabasco
- Vaniglia
- Zafferano
- Zenzero

Erbe aromatiche e spezie, un po’ di storia
Le spezie e le erbe aromatiche furono utilizzate fin dall’antichità; svolgendo un ruolo determinante per lo sviluppo del commercio. In passato erano impiegate a scopo medicinale e sacro, inoltre rientravano a buon diritto negli scambi di doni fra sovrani di diversi paesi. Il termine «spezie»proviene dal latino species, che indicava alimenti come grano, orzo e farina; erano però distinte da questi prodotti della terra per il loro aroma tipico, e perciò identificate con il termine «aromatica».
Dai tempi dei fenici ad Alessandro Magno, all’impero romano, tutti i popoli antichi conoscevano bene le spezie, un prodotto prezioso e molto desiderato, come ci ricorda Marziale: «…Il mio cuoco spargerà pepe a profusione, il pepe che ho conservato nascosto proprio per questa occasione!». Non mancava però un alone di mistero.
Nel Medioevo il commercio delle spezie riprese vigore: pepe nero, zenzero, chiodi di garofano, cannella, noce moscata erano i prodotti più ricercati e diffusi. Nei secoli successivi le rotte commerciali si espansero progressivamente, per opera di spagnoli, portoghesi, olandesi, inglesi e francesi.
Alla fine del XVII secolo, cominciò un lento ma progressivo abbandono delle spezie, che cominciarono a lasciare il posto alle erbe aromatiche.
Nei secoli passati, in Europa le spezie erano utilizzate a scopo medicinale e culinario; in cucina, in particolare, servivano a coprire il sapore dei cibi non più freschissimi. Queste consuetudini hanno portato alla creazione di diverse ricette giunte fino ai nostri giorni, come il gulash, la carne pepata e la selvaggina marinata con chiodi di garofano e vino.
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