LA ROSTICCERIA CHE BEL MONDO
Gastrosofia cibi di rosticceria nutrienti e sfiziosi
La rosticceria dà sempre quel che promette. Sostanza e nutrimento ma anche sfizio a gogò. Un mangiare povero, trasfigurato dalla sapienza antica di mani abituate a fare di necessità virtù. E capaci di trasformare la sopravvivenza in piacere.
Una fantasmagorica lista di gourmandises, lodate nella nostra gastronomia popolare che ha sempre fatto le nozze coi fichi secchi creando dal nulla, o quasi, dei sapori divini per mandare la classe umili in paradiso.
Le esaltanti arancine di riso siciliane, la sobria farinata di ceci di Genova, le golosissime olive all'ascolana, i raffinatissimi rustici di sfoglia leccesi, la lussuriosa porchetta laziale, il voluttuoso prosciutto in crosta triestino. E il panino mortadella e gorgonzola, tradizionale razione kappa dei muratori milanesi, per mettere il turbo alle calorie. Per non parlare dei romanissimi filetti di baccalà e dei filanti supplì «al telefono», bocconi dalla schiettezza neorealista che hanno sfamato intere generazioni di lavoratori.
Invece oggi questi finger food allietano la pausa pranzo del terziario avanzato. E diventano il piatto forte dei buffet low cast, delle festine di compleanno, delle cene improvvisate con gli amici, dei bivacchi televisivi dove la palla di riso deflagra sulla giacca mentre quella di cuoio si insacca trionfalmente nella rete.
Cuochi si diventa, rosticcieri si nasce diceva il grande Brillat-Savarin. Come dire che la rosticceria è uno stato di effervescenza della cucina, un confronto titanico tra il fuoco e la materia. La fiamma viva, l'olio bollente, il forno arroventato, lo spiedo sfrigolante. È il trionfo dell'aura, di quella crostina dorata che avvolge la sua preda e la costringe a rivelarsi, strappandole il segreto del suo sapore. Trasformando la più elementare pastella di acqua e farina in un morceau de roi.
È quel che ci insegnano le grandi capitali della rosticceria, le città mediterranee con i loro angiporti fumosi, dove gli afrori imperiosi dell’arrostito risalgono inarrestabili vicoli e carruggi.
Piccoli pezzi a piccoli prezzi. La forza della rosticceria è la serialità della produzione e la parcellizzazione sempre più minuta. Simbolo di un mangiare democratico, moderno e metropolitano. In fondo la rosticceria, madre del fast food, del finger food e della monoporzione messi assieme, ha inventato una vera e propria unità di alimentazione popolare, che sarebbe piaciuta tanto a Le Corbusier.
Comments
Post a Comment