Educazione alimentare siamo dei super organismi





Negli ultimi dieci anni il tema del microbioma intestinale si è diffuso in tutto l'ambito medico, entrando anche in specializzazioni molto diverse tra loro, come la psichiatria e la chirurgia. Invisibili comunità di microbi esistono ovunque sul nostro pianeta, in animali, piante, terreni, abissi oceanici e strati superiori dell'atmosfera, e pertanto l'interesse per il mondo dei microrganismi si estende anche agli scienziati che studiano i microbi residenti nei mari, nel suolo e nelle foreste.
I benefici che ricaviamo dal nostro microbiota hanno profonde conseguenze per la salute. Oltre 100 trilioni di microbi vivono nell'ambiente oscuro e quasi privo di ossigeno del nostro intestino, un numero pressappoco equivalente a quello di tutte le cellule del corpo, comprendendo anche i globuli rossi. Ciò significa che solo il 10 per cento delle cellule dentro o su di noi sono realmente umane (se includiamo i globuli rossi, il numero potrebbe essere più vicino al 50 per cento). Se mettessi insieme tutti i nostri microbi intestinali dando loro la forma di un organo, questo peserebbe da 0,9 a 2,7 kg, rispetto al cervello che pesa 1,2 kg. In base a tale paragone, qualcuno ha definito il microbiota intestinale un "organo dimenticato". Le 1000 specie di batteri che lo compongono contengono più di 7 milioni di geni, ovvero fino a 360 geni batterici per ogni gene umano.
La diversità e l'abbondanza dei microbi intestinali variano nel corso dell'esistenza di un individuo. Sono basse nel corso dei primi tre anni di vita, quando si sta formando uno microbioma stabile, raggiungono il massimo durante la vita adulta, e diminuiscono nell'età avanzata. Il primo periodo di bassa differenziazione coincide con la finestra di vulnerabilità ai disturbi neuroevolutivi come l'autismo e l'ansia, e l'ultimo con lo sviluppo di malattie neurodegenerative come il Parkinson e l'Alzheimer. Il microbiota intestinale differisce notevolmente da persona a persona, e non ne esistono due perfettamente uguali in termini di ceppi e specie di microrganismi che contengono. I microbi presenti nell’intestino dipendono da molti fattori, incluso il microbiota materno, che tutti portiamo in qualche misura con noi, i microbi di altri membri della famiglia, l'alimentazione e l'attività cerebrale e lo stato d'animo. 
Come nel sedicesimo secolo la rivoluzione copernicana cambiò in maniera fondamentale la nostra conoscenza della posizione della Terra nel sistema solare, e la rivoluzionaria teoria formulata da Darwin nel diciannovesimo secolo ha cambiato per sempre la nostra collocazione nel regno animale, la scienza del microbioma umano ci sta obbligando una volta di più a riconsiderare il posto che occupiamo sul pianeta. Secondo questa nuova scienza, noi siamo realmente dei superorganismi, composti di elementi umani e microbici strettamente interconnessi, inseparabili e dipendenti gli uni dagli altri per la sopravvivenza. E il fatto più interessante è che il contributo microbico a tale superorganismo è enormemente più grande del nostro. Poiché la componente microbica, tramite un comune sistema biologico di comunicazione, è così intimamente connessa con tutti gli altri microbiomi presenti nel suolo, nell'aria e nel mare, e con i microbi che vivono in simbiosi con quasi tutte le altre creature viventi, siamo intrinsecamente e inestricabilmente connessi con la rete terrestre della vita.

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