LE UOVA E IL FIPRONIL


Le uova, il Fipronil e il Consumatore informato

Ormai è noto a tutti lo scandalo Fipronil che vede coinvolta anche l’Italia tra i quindici paesi europei in cui sono state commercializzate le uova contaminate.
Il fipronil è un insetticida ad ampio spettro che disturba l’attività del sistema nervoso centrale di infestanti ambientali (insetti e parassiti) come acari, zecche, pulci ed in particolare il Dermanyssus gallinae, l’ectoparassita più diffuso negli allevamenti avicoli intensivi in Europa. In Italia l’infestazione stimata di questo acaro è del 75%, ma in altri paesi come Spagna, Belgio e Olanda può arrivare al 90%.
Per quanto riguarda le uova, la produzione “nostrana” soddisfa a pieno la domanda interna, quindi apparentemente non vi è necessità di importare uova.  L’Italia inoltre è leader in Europa per la produzione di uova allevate a terra e biologiche: secondo FederBio circa il 15% della produzione italiana viene esportata in Germania, con un incremento nelle ultime settimane di oltre il 70%.
infografica_etichetta_UOVOI lotti sequestrati o messi in “fermo cautelativo” in Italia e provenienti dallo stabilimento belga “Poultry Vision” e da quello olandese “Chickfriend” riguardano appunto i prodotti derivati dall’uovo destinati all’uso industriale e non le uova che compriamo al supermercato.
Sull’uso e sugli effetti dannosi del Fipronil negli ultimi mesi si è parlato e scritto tantissimo. Rimane ferma la posizione ufficiale della Organizzazione mondiale della sanità che definisce il Fipronil come “moderatamente tossico” e, se assunto in piccole quantità, i suoi effetti si limitano a dolori addominali, nausea e vomito. Assunto invece in dosi maggiori, può causare danni ai reni, al fegato e alla tiroide. Sintomi che comunque risultano, nelle forme meno gravi, reversibili una volta terminata l’esposizione alla sostanza.
Dalle varie indagini risulta che la dose maggiore di Fipronil riscontrata nelle uova contaminate è di 1,2 mg/kg, mentre la DGA (Dose Giornaliera Accettabile) è stimata in 0,01 mg/kg di peso corporeo. Una persona adulta dovrebbe assumere una quantità di uova di circa 500 g/giorno – 7 uova in 24 ore – per iniziare ad accusare disturbi. Le statistiche evidenziano che un italiano consuma in media, circa 220 uova all’anno, pertanto ilrischio è assai limitato.
Anche se è difficile che le uova che si trovano sugli scaffali dei nostri negozi siano provenienti dall’estero, è importante che iConsumatori siano adeguatamente informati e preparati a leggere e capire quanto scritto sulle etichette.
Le uova di gallina hanno un sistema di etichettatura obbligatorio a livello europeo in vigore dal 2004 che consente di distinguere sia il tipo di allevamento, sia il luogo di provenienza. In questi momenti di incertezza quindi, in cui si diffonde l’allarme Fipronil anche in Italia, il consumatore può difendersi scegliendo uova provenienti da allevamenti italiani.

La carta d’identità dell’uovo

L’etichettaturaetichettatura_UOVA delle uova è una vera e propria carta di identità: non esiste prodotto alimentare che viene identificato ed etichettato singolarmente come l’uovo, attraverso un codice con il numero distintivo del produttore, il metodo di allevamento (all’aperto, a terra o in gabbia) e la provenienza.
Riferimenti legislativi
Decreto legislativo 65/1993 – attuazione della direttiva 89/437/CEE concernente i problemi igienici e sanitari relativi alla produzione ed immissione sul mercato degli ovoprodotti.
Regolamento (CE) 2295/2003 – applicazione del Regolamento (CEE) 1907/90 relativo a talune norme di commercializzazione applicabili alle uova.

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