Il potenziale della vitamina D nella prevenzione e trattamento di Covid-19
Il potenziale della vitamina D nella prevenzione e trattamento di Covid-19
L’Accademia di Medicina di Torino indica il ruolo fondamentale della vitamina D nella prevenzione del corona virus e delle complicazioni più gravi. Senza perdere di vista alimentazione corretta, vitamina C ed esercizio fisico.
Va chiarito preliminarmente che a tutt'oggi non v’è evidenza scientifica di terapie efficaci per affrontare le infezioni da SARS-Cov-2. Le precauzioni sociali (no assembramenti, distanza minima interpersonale, uso delle mascherine) e igieniche (accurato e frequente lavaggio delle mani, sanificazione delle superfici) rimangono l’unico strumento efficace per prevenire la trasmissione e mitigare il contagio.
Corona virus, stress ossidativo e prevenzione
Ridurre lo stress ossidativo – vale a dire la condizione di disequilibrio tra fattori ossidanti e antiossidanti nelle cellule dell’organismo – è fondamentale per ridurre i fenomeni infiammatori e rafforzare le difese immunitarie. (1) Ed è perciò che il Nobel per la Medicina 2008 Luc Montagnier – già all’alba dell’emergenza coronavirus, come si è visto – raccomandava l’apporto di alimenti e integratori ricchi in antiossidanti, vitamine C e D. La prevenzione si può quindi orientare su tre pilastri:
– alimentazione corretta. La dieta mediterranea, che nei giorni scorsi abbiamo proposto anche nei termini di consigli per la spesa settimanale in era Covid, offre tutto ciò di cui abbiamo bisogno. (2) Con attenzione anche alle esigenze nutritive specifiche degli over-65,
– apporto adeguato di vitamine. Per definizione, le vitamine non vengono sintetizzate dall’uomo e devono essere assunte attraverso la dieta. Sono divise in gruppi e identificate con le lettere dell’alfabeto. Poiché ciascuna di esse esercita un’azione specifica, è importante evitare le carenze senza peraltro eccedere fuori misura nei dosaggi, (3)
– attività fisica. L’esercizio fisico regolare, anche in casa e nelle immediate vicinanze, è un altro strumento utile a mantenere forma fisica e salute, riducendo tra l’altro lo stress ossidativo. (4) Ed è utile a stimolare il buonumore, altrettanto prezioso in quanto la depressione – nel peggiorare la qualità della vita – contribuisce ad aumentare lo stress ossidativo e abbassare le difese. (5)
Il ruolo della vitamina D nella prevenzione e trattamento di Covid-19
Le vitamine D e C vengono spesso citate, in questo periodo di emergenza, quali possibili alleati nella battaglia contro il coronavirus. La vitamina D, in particolare, è oggetto di studi per valutare la sua possibile influenza nel ridurre le possibilità di contrarre il virus SARS-CoV-2. l professori Giancarlo Isaia (docente di geriatria e presidente dell’Accademia di Medicina di Torino) ed Enzo Medico (ordinario di istologia all’Università di Torino), anche alla luce di recenti raccomandazioni della British Dietetic Association, suggeriscono perciò alla comunità medica di considerare quanto segue.
Bisogna assicurare adeguati livelli di vitamina D nella popolazione, ‘ma soprattutto nei soggetti già contagiati, nei loro congiunti, nel personale sanitario, negli anziani fragili, negli ospiti delle residenze assistenziali, nelle persone in regime di clausura e in tutti coloro che per vari motivi non si espongono adeguatamente alla luce solare’. (6)
Numerose evidenze scientifiche dimostrano infatti:
– il ruolo attivo della vitamina D sulla modulazione del sistema immunitario,
– la capacità della vitamina D di contribuire alla riduzione del rischio di infezioni respiratorie di origine virale,
– la capacità della vitamina D di contrastare il danno polmonare da iper-infiammazione,
– l’associazione dell’ipovitaminosi D con un’ampia serie di patologie croniche che possono ridurre l’aspettativa di vita nelle persone anziane. (6)
I pazienti ricoverati per COVID-19 – secondo i primi dati raccolti nelle ultime settimane a Torino – mostrano poi una ‘elevatissima prevalenza di ipovitaminosi D’. L’Accademia Medica di Torino raccomanda dunque l’esposizione alla luce solare (anche a casa, sui balconi o alle finestre), il consumo di cibi ricchi di vitamina D e, ove del caso, la somministrazione di preparati farmaceutici specifici sotto controllo medico.
‘Sunshine, not food, is where most of your vitamin D comes from. So even a healthy, well balanced diet, that provides all the other vitamins and goodness you need, is unlikely to provide enough vitamin D’ (British Dietetic Association).
La vitamina D gioca un ruolo importantissimo nella prevenzione di diverse patologie. Ed è diffusa la sua marcata carenza, in Italia, nella fascia di età sopra i 65 anni (nel 76% delle donne). Questo aspetto è molto importante per le persone anziane, generalmente più carenti di questa vitamina. (7) L’esposizione alla luce del sole, l’alimentazione e l’impiego di integratori sono i mezzi da impiegare per aumentare la concentrazione della vitamina nell’organismo.
Nei periodi di clausura domestica – come più in generale, durante l’inverno – la minore irradiazione solare comporta una minore sintesi di questa vitamina, rendendo la popolazione più suscettibile all'insorgenza di un’eventuale patologia. (8) La forma più importante e biologicamente attiva di vitamina D è la D3 (cole calciferolo), l’unica tra l’altro a venire sintetizzata con la luce solare. A seguire la D2 (ergo calciferolo), che ha pure influenza sulla salute. (9)
Il ruolo della vitamina C
Allo stato attuale mancano studi specifici sulla capacità della vitamina C di contribuire alla prevenzione di infezioni da coronavirus ed eventuali complicazioni. Un recente trial clinico, nondimeno, riporta l’efficacia della vitamina C nell’attenuare la mortalità di soggetti colpiti da infezioni virali che causino crisi respiratorie. (10) Sono del resto note e affermate le proprietà antiossidanti e i benefici di questa vitamina per la salute, anche con riguardo al sistema immunitario.
EFSA (European Food Safety Authority) ha infatti validato la fondatezza scientifica di diversi health claims, successivamente approvati dalla Commissione europea, legati all’apporto di vitamina C. Tra questi, si segnala il seguente.
‘La vitamina C contribuisce al mantenimento della normale funzione del sistema immunitario durante e dopo uno sforzo fisico intenso’ (l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione giornaliera di 200 mg in aggiunta all’apporto giornaliero raccomandato di vitamina C)’ (reg. UE 432/12, Allegato).
Gallery – Alimenti ricchi in vitamina D (fig.1) e in vitamina C (fig.2). Quantità di vitamine – in milligrammi, mg, o microgrammi, mcg – per 100 grammi di alimento. (11)
Le fonti alimentari di vitamina D
Le fonti alimentari primarie di vitamina D3, sono alimenti di origine animale:
– olio di pesce (il più ricco) e pesci grassi,
– tuorlo d’uovo,
– burro,
– latte intero,
– fegato di maiale e di manzo,
– molluschi.
La biodisponibilità di vitamina D in questi alimenti è elevata, poiché la vitamina è lipofilica e interagisce bene con i grassi. Viene depositata proprio nei tessuti adiposi, prima di venire traslocata nei siti ove poi svolge le sue funzioni proprie. La vitamina D2 è presente in alimenti di origine vegetale, in particolar modo nei funghi. (12)
Le fonti alimentari di vitamina C
L’arancia è universalmente nota come fonte di vitamina C, ma non ne è l’alimento più ricco. La vitamina C è contenuta in diversi alimenti vegetali:
– kiwi, ribes nero, limone (frutta),
– broccoli, peperoni, lattuga, spinaci (ortaggi),
– patate novelle (tuberi).
È una vitamina idrofilica, vale a dire che si distribuisce meglio in acqua. Le verdure dovrebbero quindi venire cotte poco, poiché le vitamine si degradano con il calore prolungato e si disperdono nell’acqua di cottura. (12)
Dario Dongo e Andrea Adelmo Della Penna
Note
(1) Bjørklund et al. (2017). Role ofoxidative stress and antioxidants in daily nutrition and human health. Nutrition 33:311–321, doi: 10.1016/j.nut.2016.07.018
Ursini F, Maiorino M, Forman HJ. Redox homeostasis: The Golden Mean of healthy living. Redox Biol. 2016;8:205–215. doi:10.1016/j.redox.2016.01.010
(2) Motarjemi et al. (2014). Encyclopaedia of Food Safety – Vol.1. Elsevier; Academic Press; pag. 94; ISBN:9780123786128
(3) Zhang et al. (2018). A review of the extraction and determination methods of thirteen essential vitamins to the human body: an update from 2010. Molecules 23(6): 1484, doi: 10.3390/molecules23061484
(4) Pingitore et al. (2015). Exercise and oxidative stress: Potential effects of antioxidant dietary strategies in sports. Nutrition 31:916-922, doi: 10.1016/j.nut.2015.02.005
(5) Marx et al. (2017). Nutritional psychiatry: the present state of the evidence. Proceedings of the Nutrition Society 76:427-436, doi: 10.1017/S0029665117002026
(6) Giancarlo Isaia ed Enzo Medico, Possibile ruolo preventivo e terapeutico della vitamina D nella gestione della pandemia da COVID-19. Università di Torino, documento 25.3.20 https://www.unitonews.it/storage/2515/8522/3585/Ipovitaminosi_D_e_Coronavirus_25_marzo_2020.pdf
Gli Autori aggiungono che ‘potrebbe anche essere considerata la somministrazione della forma attiva della Vitamina D, il Calcitriolo, per via endovenosa nei pazienti affetti da COVID- 19 e con funzionalità respiratoria particolarmente compromessa’
(7) Isaia G, Giorgino R, Rini GB, Bevilacqua M, Maugeri D, Adami S. (2003). Prevalence of hypovitaminosis D in elderly women in Italy: clinical consequences and risk factors. Osteoporos Int. 2003;14(7):577–582. doi:10.1007/s00198-003-1390-7,
Waterhouse et al. (2014). Environmental, personal, and genetic determinants of response to vitamin D supplementation in older adults. The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism 99 (7): 1332-1340, doi: 10.1210/jc.2013-4101
Waterhouse et al. (2014). Environmental, personal, and genetic determinants of response to vitamin D supplementation in older adults. The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism 99 (7): 1332-1340, doi: 10.1210/jc.2013-4101
(8) Engelsen (2010). The relationship between ultraviolet radiation exposure and vitamin D status. Nutrients 2(5):482-95, doi: 10.3390/nu2050482
(9) Grant et al. (2020). Vitamin D supplementation could prevent and treat influenza, coronavirus, and pneumonia infections. Preprints, doi:10.20944/preprints202003.0235.v1
(10) Arabi et al. (2020). Critical care management of adults with community-acquired severe respiratory viral infection. Intensive Care Med. 46:315-328 https://doi.org/10.1007/s00134-020-05943-5
(11) Valori nutrizionali degli alimenti. http://www.valori-alimenti.com/
(12) Belitz et al. (2009). Food Chemistry – 4th revised and extended edition. Springer; pagg. 406-410; Hardbook. ISBN: 9783540699330, e-ISBN: 9783540699347
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